Blog — 30 Luglio 2012

Su questo sito (come in molti anni) non si riporta l’anno della notizia, ingenerando così terribili confusioni. Suppongo che i fatti  siano avvenuti tra il 2006 e il 2008, periodo in cui Pecoraro Scanio ha svolto il ruolo di Ministro dell’Ambiente. 
Ignoro l’evoluzione dei fatti.

http://www.e-gazette.it/index.asp?npu=114&pagina=2
  Allarme trivelle – Via libera della Toscana nel Chianti e in Val d’Orcia. Poi la retromarcia
Milano, 25 giugno – Allarme trivelle anche nelle campagne toscane del Chianti e della Val d’Orcia. La scorsa settimana la notizia che la regione Toscana aveva dato il via libera alla ricerca ed esplorazione di idrocarburi in una zona di 1.500 metri quadrati, compresa tra San Gimignano e Siena, in parte classificata come patrimonio Unesco, è stata portata alla ribalta dall’agenzia Dire e poi ripresa dai quotidiani nazionali. Subito le proteste delle associazioni ambientaliste, gli innumerevoli commenti politici e infine la retromarcia della Regione.

Il fatto – Lo scorso mese di aprile la regione Toscana autorizza la società britannica Heritage Petroleum plc (sede nel principato di Monaco, legami con la società australiana Egl European gas limited) a esplorare il sottosuolo di tre aree alla ricerca di idrocarburi gassosi. Le tre aree sono: Cinigiano, 564 km quadrati; Siena, 478 km; Belforte, 511. I tre relativi decreti sono stati pubblicati sul Bollettino Ufficiale del 6 giugno, n. 23. Come stabilito dalla legge, per le esplorazioni non è richiesta la Valutazione d’impatto ambientale. Le verifiche ambientali diventano necessarie nel caso in cui si proceda alle estrazioni.

I commenti – “Mi sembra una scelta assolutamente incomprensibile, non lungimirante”. Così il presidente della commissione ambiente della camera Ermete Realacci sui tre permessi di trivellazione per “esplorazione e ricerca”. E ha aggiunto: “Non capisco il vantaggio per queste terre straordinarie da questa scelta”. Dello stesso tenore il commento di Roberto della Seta, presidente nazionale di Legambiente, e Fausto Ferruzza, direttore di Legambiente Toscana. “Incredibile la decisione di autorizzare le trivellazioni. E’ davvero assurdo – hanno detto -. Non avremmo mai creduto che la regione Toscana sarebbe arrivata a prendere una decisione del genere. E se non fosse stata pubblicata sul bollettino ufficiale, stenteremmo a crederci”.
Erasmo D’Angelis (Margherita), presidente della Commissione Ambiente e Territorio del Consiglio regionale ha detto che “il vero petrolio del Chianti è la bellezza del territorio, le sue produzioni tipiche e la densità di beni culturali e paesaggistici. Qualsiasi ipotesi di attività di perforazione e trivellazione sarebbe pura follia e nessuna istituzione regionale potrà mai autorizzare la trasformazione del Chianti in una prateria texana”.

Pecoraro Scanio – “In attesa dei riscontri e al di là di ogni altra considerazione, è evidente che il semplice buon senso impone che vengano ritirate autorizzazioni a trivellare aree come il Chianti”. Lo ha detto il ministro dell’ambiente, Alfonso Pecoraro Scanio, aggiungendo anche di aver “attivato la direzione generale del ministero per compiere alcune verifiche sul rispetto delle norme affinché siano evitati scempi ambientali”. Il ministro ha subito chiesto alla direzione protezione natura del ministero anche di verificare se le autorizzazioni rilasciate dalla regione interessino aree protette o comunque aree tutelate dall’unione europea come zps e sic. “In questo caso – ha concluso Pecoraro – va verificato se siano stati espletati gli obblighi di legge che impongono una preventiva valutazione di incidenza per tutte le attività che possano avere effetti diretti o indiretti su queste aree tutelate”.

Dietrofront della regione – “Non daremo mai il via ad autorizzazioni che feriscano i nostri territori e tradiscano le nostre vocazioni”. Lo ha affermato in una nota il Presidente della Regione Toscana Claudio Martini “riferendosi alle notizie su inesistenti trivellazioni in Chianti e in altre zone di pregio della Toscana”.
“Abbiamo solo dato l’intesa al ministero delle attività produttive – prosegue Martini – per avviare ricerche preliminari e indagini per completare il quadro conoscitivo del nostro sottosuolo. Tale intesa non produce alcun automatismo per proseguire sul piano esplorativo né tanto meno estrattivo. L’allarme sollevato è del tutto incomprensibile e sproporzionato”. “Nessuna trivellazione – prosegue la nota della Regione – nessuna follia, nessuna autorizzazione è stata ancora rilasciata: è ancora in corso la conferenza dei servizi, presso il ministero delle attività produttive. Per ora, in realtà, ci sono solo tre autorizzazioni a effettuare studi geologici e ricerche non invasive in grado di analizzare il terreno senza perforarlo e senza dunque provocare, né danni ambientali, né paesaggistici”.
“Stiamo proprio lavorando in queste settimane – prosegue Martini – alla preparazione del piano energetico regionale che la Giunta approverà entro l’estate in cui è prevista la possibilità di svolgere attività di ricerca e il divieto di svolgere qualunque attività invasiva nonché lo sfruttamento di idrocarburi”.

    

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