Blog — 15 Luglio 2013
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da Nuovo Quotidiano di Puglia
«No Tap, battaglia di cultura»
Erri De Luca si schiera con San Foca
di Serena COSTA

LECCE – C’era anche lui, Erri De Luca, a dire il suo «Non qui. Non ora» alla Tap. E possibilmente, mai più.
Lo scrittore napoletano, ieri mattina ha preso parte alla manifestazione spontanea indetta dal sindaco di Melendugno, Marco Potì e dal comitato No Tap, svoltasi davanti alla Torre costiera di San Foca. Sarà proprio questa marina, infatti, a fungere da porta italiana per l’accesso del gasdotto sottomarino proveniente dall’Azerbaijan, che sarà parte dell’ambizioso progetto di creazione di un Corridoio meridionale del gas.

In sostanza, il gasdotto, detto altrimenti Trans Adiatric Pipeline,
collegherà l’Europa al Mar Caspio, al pozzo di Shah Deniz, ricco di questa preziosa fonte energetica, passando da Turchia, Grecia, Albania per giungere finalmente in Italia, proprio attraverso San Foca. Tre settimane fa il fornitore dell’Azerbaijan ha scelto il progetto di gasdotto di Tap per realizzare gli ultimi 800 chilometri dell’impianto.
«Il nostro obiettivo attuale è quello di interessare uomini di cultura come Erri De Luca per sensibilizzare l’opinione su un tema cruciale per il nostro territorio – ha spiegato il sindaco Potì –. La gente, al momento, non è molto informata su questa gigantesca opera e spetta a noi innalzare il livello di guardia. Solo se avremo un serio movimento di opinione compatto e cospicuo riusciremo a far trionfare la ragionevolezza. La parola ora è passata alla Regione Puglia, dopo la Valutazione d’impatto ambientale, favorevole alla Tap, rilasciata dal Ministero dell’Ambiente. Spetta alla Regione – continua Potì – fermare questo scempio per il nostro territorio, su cui bisogna investire non certo con opere di questo genere: il nostro gas è il turismo! – scoppia l’applauso accorato dei manifestanti, poco più di una cinquantina, accorsi nonostante il caldo di una domenica mattina da mare –. Noi combatteremo affinché il progetto Tap non abbia seguito e sappiamo che avremo Erri al nostro fianco, perciò lo ringraziamo di cuore».

Ma è il discorso dello scrittore napoletano a infiammare la folla, potere delle parole declinate in immagini, in situazioni compiute, come solo un poeta sa rappresentare: «stupro della bellezza», perdita del «diritto di cittadinanza», «schiavitù» e «ius soli», saranno questi, c’è da scommetterci, i motori del pensiero di una comunità di cittadini ancora intorpiditi, poco consapevoli dei cambiamenti futuri e delle conseguenze di decisioni prese ai piani alti senza concertazione col territorio.
Erri De Luca, invece, è un cittadino del «piano terra», così si autodefinisce fin dall’inizio, perché incapace ormai di sentirsi parte di una Nazione, di un popolo che partecipa alla scelta democratica, che usufruisce di servizi essenziali come giustizia, scuola e sanità: «Oggi la cittadinanza si identifica con la clientela, ossia con coloro che possono permettersi di accedere a beni originariamente tutelati dalla Costituzione, ma oggi appannaggio solo di chi ha il potere economico. È per questo – continua lo scrittore napoletano – che le autorità si permettono di trattarci come sudditi». Poi l’invito, che riecheggia i toni di chi la rivoluzione l’ha fatta davvero, tanto tempo fa: «Riprendiamoci la parola e non restituiamola, opponendo il nostro diritto alla bellezza e alla cultura».
La lotta impari tra cultura e sviluppo economico diviene allora un braccio di ferro, in cui l’unione fa la forza e alle voci si aggiungono altre voci.
E ieri mattina, oltre al sindaco Potì e ai No Tap, c’erano anche il sindaco di Vernole, Carlo De Luca, la coordinatrice Sel provincia di Lecce, Roberta Forte, il presidente di Valori e rinnovamento, Wojtek Pankiewicz.

La tempistica di sviluppo del Tap è allineata con gli sviluppi alla sorgente di Shah Deniz. Gli sviluppatori del gasdotto hanno in programma di iniziare la costruzione nel 2015, mentre le prime molecole di gas circoleranno nel 2019.
Nel 2009 il team di Tap ha iniziato a svolgere indagini per identificare i potenziali ostacoli presenti lungo il percorso. Nel gennaio del 2009 i controlli hanno interessato le zone offshore del mar Adriatico e nel corso dello stesso anno il team ha portato a termine l’indagine valutativa in Albania e in Italia. «A seguito dei risultati ottenuti da questi studi è stato possibile individuare il percorso ottimale, che evita le aree ad alta densità di popolazione e quelle più sensibili quali il Parco Nazionale di Hotova in Albania e la rete italiana di habitat naturali Natura 2000», sostengono i dirigenti della multinazionale che ha sede in Svizzera.
«Il prossimo passo prevede un ulteriore aggiustamento del percorso e la preparazione di valutazioni di impatto ambientale e sociale in conformità alle normative UE e alle best practice internazionali», concludono.

Lunedì 15 Luglio 2013 –

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