Blog — 27 Settembre 2022
II.VV. (Io vari)
a cura di Nadia Cavalera
Liber ex libris. Endecaversi
 
27 settembre 2022

II.VV. (Io vari)
a cura Di Nadia Cavalera

Liber ex libris. Endecaversi

Lecce, Milella, 2022

 

Fondatrice e direttrice con Edoardo Sanguineti per quattro lustri della rivista «Bollettario. Quadrimestrale di scrittura e critica»; tra i poeti del movimento d’avanguardia denominato Terza ondata; autrice di grande spessore formale e concettuale (si ricordino almeno Amsirutuf: Enimma, Vita novissima, Ecce Femina, Brogliasso, Nottilabio, Salentudine, Spoesie, L’astutica ergocratica, Casuals), Nadia Cavalera invera con quest’opera inaudita (di cui si finge curatrice) la massima benjaminiana — citata nella splendida prefazione — secondo la quale la letteratura degna del nome «o fonda il genere oppure lo liquida». Così, benissimo, Francesco Muzzioli: «Già in passato Nadia Cavalera aveva fatto ricorso a noms-de plume […]. In questo caso ha assunto le vesti secondarie di semplice curatrice di una antologia che comprende la bellezza di 133 autrici e autori, in realtà personaggi inventati. Con tale miriade raggiunge una sorta di record di eteronimie, ovvero di numero di pseudonimi da far impallidire il magistero di Pessoa, che pure non scherza. […] Cavalera, nella nota introduttiva firmata con il suo vero nome e cognome, fa appello alla pluralità dell’io che preme sotto l’unità provvisoria della carta d’identità. […] Gli autori inventati sono dunque frutto della pluralità dell’io, sono parti di sé, ma sono anche una proiezione in altre vite possibili» (pp. XI-XIII).

Ogni pseudocontributo è articolato in tre parti:

‒ una breve, giocosa nota bio-bibliografica dell’autore; qualche esempio: «FILIPPA VERDE. Nata a Cagliari nel 1945, è redattora [femminile esilarante come ideatora, editora, cultora, traduttora, narratora, operatora, scrittora, co-fondatora, sceneggiatora, promotora, autora, pittora, difensora] della rivista online Le Reti di Spartacus [deformazione del web magazine «Le Reti di Dedalus»]. Tra le opere principali: Sorcio testo, Appretto di scena, Il feto del peto; DIANA GALIERA. Operatora attiva ha partecipato a tutte le possibilità offerte: festival di musica commerciale e spettrale, spettacoli patafisici, danze e mostre d’arte contemporanea. Tra i suoi libri: Spermatozoi logorroici, Novene in vene, Catalogo di denti, Il digiuno indigesto»);

‒ un esergo tratto dalle opere di grandi autori (tra cui Jean-Paul Sartre, Martin Heidegger, Michel Foucault, Jacques Derrida, Gilles Deleuze, Roland Barthes, Karl Marx, Ludwig Wittgenstein, Friedrich Nietzsche, Thomas Hobbes), illuminanti l’operazione cavaleriana; da Sartre: «Io non ho bisogno di far delle frasi. Scrivo per mettere alla luce certe circostanze. Diffidare della letteratura. Bisogna scrivere tutto come viene alla penna, senza cercare le parole» (p. 1); da Foucault: «Più che qualunque altra forma di linguaggio, la letteratura rimane il discorso dell’‘infamia’: ad essa spetta dire ciò che è più indicibile, peggiore, più segreto, più intollerabile, spudorato» (p. 3); da Deleuze: «Siamo pervasi di parole inutili, di una quantità folle di parole e di immagini. La stupidità non è mai muta né cieca. Il problema non è più quello di fare in modo che la gente si esprima, ma di procurare loro degli interstizi di solitudine e di silenzio a partire dai quali avranno finalmente qualcosa da dire. […] Dolcezza di non aver nulla da dire, diritto di non aver nulla da dire: è questa la condizione perché si formi qualcosa di raro o di rarefatto che meriti, per poco che sia, d’esser detto» (p. 5); da Barthes: «Davanti all’obiettivo io sono contemporaneamente: quello che io credo di essere, quello che vorrei si creda io sia, quello che il fotografo crede io sia, e quello di cui egli si serve per far mostra della sua arte» (p. 6); da Nietzsche: «Noi che cerchiamo la conoscenza, ci siamo sconosciuti, noi stessi ignoti a noi stessi, e la cosa ha le sue buone ragioni. Noi non ci siamo mai cercati, e come avremmo potuto, un giorno, trovarci?» (p. 24); da Hobbes: «Il privilegio dell’assurdità, a cui nessuna creatura vivente è soggetta, tranne l’uomo» (p. 44);

‒ una monostrofa di undici versi (detta «endecaverso») di vario metro, priva di punteggiatura e consistente in una serie di titoli di libri leggermente modificati mediante inserzione di congiunzioni e nessi sintattici, su cui il prefatore ha parole chiarificatrici: «la sezione testuale può essere fruita in due modi piuttosto diversi: a) cercando di ricordare o di scoprire gli autori dei vari titoli […]. Oppure è possibile la fruizione b): ignorare la provenienza delle stringhe e leggere i testi come poesie originali, nel qual caso si ha di fronte un andamento desultorio, ovviamente, che sembra di volta (ovvero di verso in verso, cioè di titolo in titolo) ricominciare da capo. Tanti punti nodali, tante frasi scolpite. Un andamento semantico decisamente a salti che obbliga il lettore che volesse rintracciare un senso a tentare collegamenti fantasiosi e a associazioni fortuite» (p. XV); ogni testo contiene un verso parentetico introdotto da un doppio punto (chiara citazione sanguinetiana): un non-titolo o quasi-titolo, il solo verso attribuibile all’autrice, che s’incunea così nel testo esibendo, ovviamente dissimulato, anche il proprio io; come nella “poesia” di p. 131:

forcipe in albe e tramonti d’amore

nuvole verticali il tempo e oltre

il sonno leggero del padrone

(: visioni nel passeggero)

un anno la luna

fu il diorama del mio labirinto

ma le parole nascono già sporche

una vita sbagliata

è il sogno del sud

eccomi

la rethorica novissima

Riferimenti bibliografici

Nadia Cavalera, Amsirutuf: enimma, S. Ilario d’Enza, Tam Tam, 1988.

Ead., Vita Novissima, Modena, Bollettario, 1992.

Ead., Americanata, Modena, Bollettario, 1993.

Ead., Ecce Femina, Napoli, Altri Termini, 1994.

Ead., Nottilabio, Roma, La città della luna, 1995.

Ead., Brogliasso, Modena, Gheminga, 1996.

Ead., Salentudine, Venezia, Marsilio, 2004.

Ead., Superrealisticallegoricamente, Roma, Fermenti, 2005 (poesie/prose/opere verbo-visive).

Ead., Spoesie, Roma, Fermenti, 2010.

Ead., L’astutica ergocratica, Novi Ligure, Joker, 2011.

Ead., Casuals. Spoesie 2010-2015, Milano, ABEditore, 2016.

 

https://www.treccani.it/magazine/lingua_italiana/recensioni/recensione_415.html?fbclid=IwAR0PCl3Jj_novToiS3xeQLY-aT7wuM_IAoN9mA2AkkIeaZBb182-b7qUiF8_aem_AWQdQFhuIG0KhiERz-FX43UmaJMSsL-wkgRkWAydG7DIO9NSi0JTIxfVfnqq7J2zwG_z1ZFpJYlq3LFYwnrX548A

 

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