«Gheminga. bollettario quadrimestrale di letteratura», è la rivista fondata e diretta a Brindisi nel 1988 da Nadia Cavalera, con l’obiettivo precipuo di focalizzare la realtà letteraria brindisina fino a quel tempo quasi del tutto ignorata, anche dai periodici di aree limitrofe. Di qui, per analogia, la scelta del nome di una stella da tempo, ma invano, ricercata, perché se ne avvertivano gli influssi, dall’Istituto di Fisica Cosmica di Milano, che, una volta individuata, giusto nel gennaio 1988, a memoria delle attese del passato, e per bocca dello scienziato Giovanni Bignami così l’aveva battezzata: Gheminga, la non c’è in dialetto meneghino. Di qui anche la scelta grafica, assolutamente innovativa nel panorama della pubblicistica del tempo, di riprodurre la forma di uno snello e oblungo bollettario che, a precisa testimonianza, presentasse nella matrice le note biobibliografiche e critiche dell’autore, e nella figlia il testo creativo o critico.
Colmando un’evidente lacuna, «Gheminga» ha rappresentato la prima rivista esclusivamente letteraria della città. Intorno al suo progetto di rivalutazione del sommerso, gli autori più significativi del territorio: Ettore Polito, Gianmarco Gallinari, Sergio Sbrollini, Gerardo Trisolino, Mimmo Tardio, Bruna Micelli, Cesare Corrado, Pino Indini, Adriana Notte e Pietro Gatti (alla sua prima e unica esperienza redazionale).
Perché meglio dal confronto risultasse l’“ecceità” brindisina (come si legge nell’editoriale del n. 0) la rivista si è aperta ad ampie collaborazioni. Ha ospitato infatti gli inediti di altri autori pugliesi (Lino Angiuli, Maria Marcone, Anna Santoliquido, Antonio Verri, Ercole Ugo D’Andrea, Enzo Miglietta, Carlo Alberto Augieri, Francesco Lala, Enzo Panareo, Michele Pierri, Giovanni Amodio, Auro Nicola Franco, Enzo Jacovino, Angelo Lippo), e di ambito nazionale (Alda Merini, Mariella Bettarini, Gilda Musa, Luciano Nanni, Maria Grazia Zamparini, Gabriella Maleti, Gianni Toti, Carla Bertola, Amelia Rosselli ed altri).
La rivista, durata un anno (con 4 fascicoli, compreso il numero 0), si è interrotta per il trasferimento di Nadia Cavalera a Modena, dove (data la difficoltà di una collaborazione fattiva con Brindisi) ha subìto la metamorfosi in «Bollettario», che della “matrice” «Gheminga» conserverà la forma grafica, in dimensioni però più ampie.
Sarà Edoardo Sanguineti, coinvolto da Cavalera nell’orbita della rivista, a scegliere come nome della nuova testata quello che era stato il sottotitolo di «Gheminga» «Bollettario».
Nel 2002 il nome della testata è stato ripreso per un’esperienza sul web di giornalismo partecipativo
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