Blog — 28 Ottobre 2009

Grazie all’intervento di Berlusconi a Ballarò di ieri, ho capito inequivocabilmente chi è il Giudice comunista e propongo un’integrazione al vocabolario della lingua italiana (l’ho avanzata anche su Facebook, poco fa).
Giudice Comunista: colui che giudica rispettando l’evidenza dei fatti e dei documenti.
E mi piacerebbe che questa limpida circostanza fosse sventagliata a chiare lettere e a piè sospinto da chi ci rappresenta.
Siamo stufi di assistere alla escalation di questo clima muffoso padronale, con accuse ingiuste, falsità continue, pacche telefoniche, strizzatine d’orecchi assolutorie, sfarfallamenti di ricatti ad arte, per un trionfo del proprio ego economico, a scapito dei tantissimi problemi irrisolti della gente comune. Peggiorati terribilmente dal 1994. Data nefasta della storia italiana. E’ vero c’è stato qualche anno in cui ha governato l’attuale opposizione. Ma con voti risicati e davanti ai disastri del governo precedente, sempre al lavoro sott’acqua con i suoi metodi tradizionali, non poteva fare molto.
Gli italiani hanno sbagliato nella loro scelta. Ma possono ravvedersi.
Sempre che si seguano ormai linee di condotta precise, senza corteggiamenti fuori luogo di soggetti che sono, già si vedono, dei cavalli di Troia. In vendita per il miglior offerente. E mi riferisco se non fosse stato chiaro a Rutelli & company.
Il popolo dei DS, con la sua massiccia partecipazione, alle recenti primarie, ha dato un segnale chiaro. Ancora fiducia, ma per l’ultima volta, nel caso si dovessero perseguire abbinamenti inconcepibili (che c’entrava in passato Dini, la Binetti e, Dio ce ne scampi, Mastella? o che c’entra un Casini in futuro? e oggi il mantenimento di Bassolino?). Il DS deve pescare nel suo humus naturale e più antico e genuino (scongiurando anche sconcezze oscure, su cui forse si dovrebbe indagare di più: penso al Bertinotti responsabile, anni fa, di una gravissima decisione).

Modena, Palazzo Bentivoglio, 28 Ottobre 2009

Intervento di
ALFONSO MALINCONICO

Visto che mi avete onorato inviandomi la Mail in oggetto, osservo quanto segue.
Il giudice comunista oggi è chi fa il proprio dovere anche nei confronti di Berlusconi.
Il giudice comunista allora era (fino alla famosa sentenza a Sezioni Unite) chi non sottostava ai voleri di Andreotti.
Queste poche cose il mio scarso intuito e la mia ridotta intelligenza mi hanno consentito di capire dopo 45 anni di carriera in magistratura (di cui 11 in cassazione, prima come consigliere, poi come presidente di sezione).
Deploro il fatto che nella sinistra non ci sia stato mai nessuno che, nei pubblici dibattiti, abbia pubblicamente buttato in faccia ai due tutte le sentenze, immotivatamente e contro legge, spudoratamente a loro favore.
Deploro il fatto che mai nessuno abbia spiegato in modo semplice all’uomo della strada che cos’è e come funziona la prescrizione.
Deploro il fatto che tutta la sinistra, dopo la sentenza della Consulta (che vedeva ancora tra i giudici alcuni che vi erano arrivati anche col mio voto), abbia abboccato all’amo e abbia accettata la discussione sulla politicità della pronuncia, rinunciando a riportare il discorso sul piano strettamente giuridico.
A chi ne avesse vaghezzza, potrei indicare come vengono formati i collegi per le singole cause specie in cassazione ed il perché di certe decisioni sotto gli aspetti giuridici.
Alfonso Malinconico

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