Blog — 28 Luglio 2012

Il 7 maggio a Termoli contro le trivellazioni nel mare Adriatico

Trivellazioni: a Termoli per tutelare le Tremiti e il mare Adriatico

La manifestazione si terrà il 7 maggio e vedrà la partecipazione di comitati, gruppi, associazioni, consorzi e rappresentanti della Puglia, del Molise e dell’Abruzzo

di redazione 27/04/2011
Associazioni ambientaliste, gruppi garganici organizzati, comitati di tutela del mare, associazioni di tutela dei consumatori, consorzi operatori turistici, rappresentanti delle amministrazioni locali delle Regioni Puglia, Molise e Abruzzo e i principali comuni della provincia di Foggia e Campobasso, il prossimo 7 maggio a partire dalle ore 10.00 daranno vita a Termoli ad una delle più grandi mobilitazioni per tutelare le Isole Tremiti e l’intero mare Adriatico dalle introspezioni petrolifere.

Alla mobilitazione ha preso parte anche Lucio Dalla, giunto a bordo di un gommone: “Vengo come cittadino del mare, mobilitiamoci contro questo obbrobrio”

Fazzoletti neri contro le trivellazioni petrolifere, manifestazione a Termoli

ultimo aggiornamento: 07 maggio 2011, ore 19:55
Termoli – (Adnkronos) – I commenti all’ADNKRONOS. Il commissario del Parco del Gargano: “Ricerche incompatibili col turismo sostenibile”. L’ex sindaco delle Isole Tremiti: “Senza risposte positive pronti a fare come Greenpeace”. Petroceltic Italia: ”Non abbiamo ricevuto alcun permesso, tanto rumore per nulla”

No-trivelle day, in 3mila a Termoli
Lucio Dalla: “Gente senza scrupoli”

Il cantautore che ha promosso l’evento per fermare le trivellazioni in Adriatico sul palco: “Decisione folle”. Il 30 maggio concerto alle Tremiti. I partecipanti spiaggiati come capodogli. In arrivo il ricorso al Tar

di PIERO RUSSO

“Non posso pensare che si sia presa una decisione del genere. E’ un provvedimento folle, che arriva da gente senza scrupoli e senza amore per la propria terra”. Le parole di Lucio Dalla, pronunciate dal palco della manifestazione del No-trivelle day organizzato a Termoli cui hanno partecipato 3mila persone si fondono alle note e ai versi della sua “Come è profondo il mare”, la canzone del ’77 diffusa dagli altoparlanti con la quale già denunciava “stanno bruciando il mare, stanno uccidendo il mare”.

LEGGI DALLA: “VOGLIONO BRUCIARE IL MARE”

VIDEO MUSICA E PAROLE

“Sono 40 anni che abito alle isole Treniti – ha detto il cantautore in prima linea nel no alle trivellazioni in Adriatico – ma oggi le isole foggiane c’entrano poco, perché bisogna sentirsi tutti menìmbri di una sola comunità. Non avrei mai pensato di trovarmi davanti a gente che preferisce trivellare piuttosto che salvaguardare questo straordinario paesaggio. Per procede in questa maniera c’è bisogno di una coscienza etica che evidentemente non c’è”. “No alla morte del mare Adriatico, si allo sviluppo sostenibile, si alle energie alternative, no al petrolio” hanno ribadito i sindaci di Foggia, di Termoli, di Peschici, di Rodi Garganico, di Montesantangelo, che insieme alla Regione Puglia stanno preparando un ricorso al Tar.

LE IMMAGINI DELLA MANIFESTAZIONE

Aspettando il concerto a sostegno della causa che il cantautore (“oggi non sono un cantante, sono un cittadino come voi”) terrà il prossimo 30 maggio sulle isole Tremiti, migliaia di persone questa mattina hanno riempito il piazzale del porto di Termoli e il lungomare nord con il corteo per fermare le trivellazioni petrolifere in programma da parte della società Petrolceltic Italia a 40 chilometri della costa molisana, autorizzate dal ministro dell’Ambiente Stefania Prestigiacomo. Sono 280 complessivamente le associazioni che hanno aderito alla manifestazione tra Puglia, Abruzzo e Molise tra cui numerose sono quelle ambientalistiche. In scena, anche uno spiaggiamento di massa, con i manifestanti infilati in grandi sacchi dell’immondizia: si sono stesi sulla sabbia per far rivivere il vero spiaggiamento di sette copodogli, andati a morire sulle coste del Gargano, a Foce Varano, nel dicembre del 2009.

Presente anche Onofrio Introna, il presidente del consiglio regionale. “Le politiche del governo nazionale – dice – non tengono in nessun conto le preoccupazioni delle comunità e le scelte responsabili per uno sviluppo ecosostenibile. Per non dire della considerazione che Roma dimostra nei confronti del federalismo, in spregio delle volontà dei territori e facendo venir meno la leale collaborazione tra enti locali, Regione e governo”. I manifestanti, complice la bella giornata di sole, hanno dato vita a una manifestazione colorata e sentita, ballando anche la tarantella garganica.

Quella del Governo è: “una scelta antistorica, antieconomica che uccide le prospettive di un futuro” hanno concluso i primi cittadini. Per l’Europarlamentare Tatarella: “Siamo a Termoli per salvare le Tremiti, l’Adriatico ed il Gargano. Per questo è necessario impugnare il Decreto della Prestigiacomo”. Dello stesso avviso il senatore molisano Giuseppe Astore che chiede al Governo: “una verifica seria di tutti i pozzi dell’Adriatico e la costituzione di un organismo parlamentare parallelo all’Euroregione Adriatica chiamato a studiare un progetto di bonifica dell’Adriatico. Il mare è una cloaca, è inquinato, bisogna intervenire e bonificarlo per migliorarlo”. I tremitesi annunciano di non fermarsi con la manifestazione di oggi a Termoli. “Quando arriveranno le barche per le trivellazioni, noi saremo lì con le nostre barche a manifestare – hanno detto gli isolani – Noi combatteremo fino alla fine per il nostro futuro. Il mare è la nostra vita, è la nostra fonte di sostentamento e lo difenderemo fino in fondo”

Cronache
Petrolio, richieste choc: trivellare l’intero Basso Molise
Dopo il via libera alle perforazioni al largo delle Tremiti, ora quattro multinazionali del petrolio hanno messo nel mirino Basso Molise e nord della Daunia. L’obiettivo è trovare l’oro nero con due diverse richieste di trivellazioni che riguardano oltre 500 chilometri quadrati e ben 14 comuni, 9 dei quali molisani: Termoli, Campomarino, Guglionesi, Petacciato, San Giacomo, San Martino, Portocannone, Ururi e Rotello. Intanto dalle Diomedee rilanciano l’invito alla protesta prevista al porto termolese sabato 7 maggio.
In home page e qui sopra le cartine delle due istanze

Cinquecento chilometri quadrati da trivellare. Quattordici comuni, nove dei quali in Molise, rischiano di vedersi sventrati dalle perforazioni di quattro società alla ricerca di petrolio. Il territorio individuato è quello del Basso Molise e del nord della Daunia. Da Petacciato a Lesina, passando per Termoli e altri sette comuni del Basso Molise più diversi paesi del foggiano. Due diverse richieste di permesso giacciono negli uffici del ministero dell’Ambiente. Due istanze che fanno tremare le gambe a migliaia di cittadini. Il rischio di veder compromesso per sempre il territorio è alto.

Sono quattro, come detto, le compagnie petrolifere che hanno messo nel mirino Basso Molise e nord della Daunia, convinte che nel sottosuolo ci siano giacimenti di oro nero, di chissà che qualità. Non ci sono quindi solo le richieste della irlandese Petroceltic, ormai prossima a trivellare i fondali delle isole Tremiti, a disturbare il sonno dei bassomolisani. La dissennata caccia al petrolio guarda ora anche alla terraferma.

In realtà, le due istanze in esame al ministero, sono tutt’altro che una novità. Una delle due è datata infatti 28 marzo 2007 e porta un nome paradossale: “Il Convento”. Si tratta della richiesta in fase più avanzata. A quanto pare infatti, la Regione Molise ne sarebbe già a conoscenza e avrebbe richiesto di poter visionare i progetti. E’ questa l’istanza che rischia maggiormente di sventrare il territorio al confine fra Molise e Puglia. Si tratta di un permesso che riguarderebbe un territorio decisamente ampio. Ben 412 chilometri quadrati da trivellare, oltre 229 in Puglia e più di 182 in Molise, per qualcosa come 13 Comuni interessati.

Le due ditte, la “Compagnia generale idrocarburi” e la “Appenine Energy” hanno individuato il territorio potenzialmente fornito di oro nero in un’area che va da Termoli fino a Lesina. Nello specifico, verrebbero perforati in Molise, oltre alla città adriatica, i paesi di Campomarino, Guglionesi, San Giacomo degli Schiavoni, San Martino in Pensilis, Portocannone, Ururi e Rotello. Per la Puglia, Chieuti, Serracapriola, San Paolo Civitate, Torremaggiore e, appunto, Lesina.

L’altra istanza, firmata dalla Vega Oil e dalla Vittorito Petroleum, è più recente e porta la data del 31 marzo 2010. E’ intitolata “Colle della Guardia”. Il territorio è più circoscritto e riguarda interamente il Basso Molise per un totale di oltre 83 chilometri quadrati fra Termoli, Petacciato, Guglionesi e San Giacomo. L’iter di questa procedura risulterebbe essere ancora alle fasi preliminari.

A leggere le due istanze risulta però difficile restare indifferenti. Se fossero concessi i permessi anche solo per gli studi iniziali, territori a vocazione turistica come quello del Basso Molise e del nord della Daunia, verrebbero irrimediabilmente compromessi. E guardando alla costa molisana, non si può far finta di non sapere che si tratta di un’area che dal punto di vista ambientale ha già pagato uno scotto non quantificabile in termini di insediamenti industriali che già condizionano la qualità della vita dei cittadini.

Ora la speranza è che le istituzioni regionali e non solo loro, si oppongano con tutte le proprie forze a quella che rischia di essere una condanna a morte per il futuro ambientale e turistico di queste zone.

A guardare i precedenti però, non c’è da essere molto fiduciosi, tanto per l’opposizione praticamente inesistente messa in atto da palazzo Moffa, quanto per il via libera già concesso dal ministero alle perforazioni alle Tremiti.

Non si è ancora spenta infatti, l’eco della decisione shock del ministro Prestigiacomo che ancora ieri, 27 aprile, ha ribadito il suo sì ai permessi di trivellazioni dei fondali al largo delle Diomedee da parte della Petroceltic. «Ci opporremo con tutte le nostre forze – hanno ribadito le associazioni tremitesi “Le Cinque Isole”, “Punto a capo”, “La Mejofauna” – attuando blocchi navali e manifestando con tutti i mezzi che avremo a disposizione. Il nostro unico petrolio sulle isole è il turismo, ed è il petrolio che è stato cercato fino ad oggi, con l’istituzione della riserva marina e del parco terrestre ad opera proprio del Ministero dell’Ambiente».

I tremitesi hanno ribadito come «la distanza di 12 miglia dalle piattaforme non è assolutamente sufficiente a garantire la mancanza d’impatto ambientale nei fondali marini, nostri veri tesori, oltre all’avvelenamento e il conseguente bioaccumulo nei pesci, che avverrà anche in condizioni ottimali di lavoro delle piattaforme, come segnalato inoltre nelle istanze presentate dalla Petroceltic, compromettendo la salute degli stessi ed in assoluta incompatibilità con le restrizioni della nostra riserva». Rinnovato quindi l’appuntamento per la grande manifestazione di protesta del 7 maggio a Termoli. Con questi due nuovi cappi al collo del Basso Molise, la speranza è che anche i cittadini della terraferma rispondano presente.

(Pubblicato il 28/04/2011)

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