Terremoto, 25mila lavoratori in cassa integrazione
Ad oggi, sono 24.900 i lavoratori interessanti da procedure di cassa integrazione per terremoto. Un numero che comprende anche circa 3.000 addetti che non fanno parte del cratere sismico.
Lo fa sapere questa mattina il segretario generale della Cgil di Modena, che assieme agli altri componenti della segreteria, ha fatto il punto sulla situazione post-emergenza. Nella situazione complessiva spicca il caso di 402 lavoratori terremotati per i quali aziende che non fanno parte del cratere hanno chiesto l’attivazione della cig.
“E’ un fatto molto positivo”, commenta Pivanti, plaudendo anche agli accordi raggiunti in Titan e Wam per un trasferimento temporaneo degli stabilimenti in zone vicine. Le procedure di cassa integrazione, tuttavia, “non includono i lavoratori a chiamata, presenti soprattutto nel commercio”, dice Pivanti assieme a Vanni Ficarelli della segreteria provinciale. “Si tratta di una tipologia contrattuale in aumento, che dimostra come se ne faccia un utilizzo improprio”, aggiungono, precisando che è difficile fare una stima del numero di contratti attivi in provincia. Inoltre, Cgil, assieme a Cisl-Uil e alle associazioni di impresa, lancia un fondo di solidarietà per le popolazioni terremotate della Bassa modenese e del carpigiano.
In particolare grazie agli accordi modenesi, i lavoratori del settore privato potranno contribuire con la trattenuta volontaria in busta paga pari a due ore di lavoro a cui si aggiungerà un uguale contributo (sempre di due ore) versato dall’impresa.
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