Con la scossa di terremoto del 20 maggio, nella frazione di San Carlo del Comune di Sant’Agostino (FE), molte case hanno corso il rischio di sprofondare, per la liquefazione delle sabbie, ma anche per problemi di subsidenza, propri di quelle terre. Non solo per motivi naturali, ma più spesso umani.
Si legga a questo proposito l’articolo che segue, pubblicato il 23 novembre 2011, dove si sottolineano in modo inequivocabile i rischi legati agli interventi di estrazioni di idrocarburi. Per scongiurare l’avvio di un pozzo estrattivo in Sardegna si porta ad esempio proprio il disastro del Polesine, descritto dettagliatamente su wikipedia.
La Subsidenza:Il Polesine e il progetto d’estrazione del gas della Saras in Sardegna (Arborea)
Stagno di S’Ena Arrubia,Arborea
Visti i progetti della Saras riguardo la realizzazione di un pozzo estrattivo a pochi metri dalla zona protetta di S’Ena Arrubia, zona riconosciuta e tutelata dalla Convenzione internazionale di Ramsar” in un territorio a forte vocazione agricola e zootecnica-viste le similitudini e di territorio, e di importanza ambientale,pensiamo sia utile portarvi l’esempio del Polesine e della sua breve ma devastante esperienza avuta con l’estrazione del gas che fu causa, oltre che del fenomeno della subsidenza, anche di numerose inondazioni.
Per effetto della subsidenza, la zona di Arborea vedrebbe i suoi terreni agricoli messi a serio rischio a causa delle infiltrazioni d’acqua salmastra visto che la maggior parte dei terreni sono situati lungo la fascia costiera
Territorio di Arborea
Estrazioni gas naturale e subsidenza
Una relazione del Consorzio di Bonifica Delta Po Adige fornisce alcuni dati per comprendere meglio la portata dell’intervento dell’uomo su un territorio che era per la sua natura alluvionale già soggetto a fenomeni di subsidenza naturali.
Dagli anni ’30 e soprattutto negli anni ’40 e ’50, fino alla sospensione decisa dal Governo nel 1961, furono estratti anche nel territorio del Delta del Po miliardi di mc di metano e gas naturali. L’estrazione avveniva da centinaia di pozzi (una trentina nel Delta) che non raggiungevano i 1000 metri di profondità. Tramite dei manufatti in calcestruzzo, in parte ancora visibili sul territorio, il gas veniva inviato alle centrali di compressione, mentre l’acqua salata (1 mc di acqua per ogni mc di gas estratto) veniva scaricata nei fossi e negli scoli.
Dal 1954 al 1958 furono estratti 230 milioni di mc di gas per anno; nel 1959 si salì a 300 milioni.
Dal 1951 al 1960 furono misurati abbassamenti medi del suolo di un metro con punte di due metri; nonostante la sospensione delle estrazioni del 1961 il territorio continuò a calare molto nei 15 anni successivi; dall’inizio degli anni ’50 a metà degli anni ’70 il territorio è calato mediamente di oltre 2 metri sino a punte di 3,5 metri. Rilievi recenti dell’Istituto di Topografia della Facoltà di Ingegneria dell’Università di Padova hanno stabilito che i territori deltizi dell’Isola di Ariano e dell’Isola della Donzella si sono ulteriormente abbassati di 0,5 metri che vanno ad aggiungersi ai 2 – 3 metri sotto il livello del mare del territorio.
Le conseguenze della subsidenza, anche sotto il profilo economico, sono facilmente immaginabili:
effetti sulle arginature: il terreno che si abbassa trascina con sé anche gli argini. Questo causa minor spessore delle fiancate di sicurezza degli stessi, maggiori spinte dell’acqua, maggiore possibilità di formazione di fontanazzi e tracimazioni, maggiori possibilità di cedimenti degli argini. Le infiltrazioni sono calcolate in 70 litri al secondo per Km di argine.
Le rotte del Po: l’Alluvione del Polesine del novembre 1951, le due rotte del Po di Goro nell’Isola di Ariano, la rottura dell’argine a mare in Comune di Porto Tolle, altre rotte di altri rami, avvennero negli anni in cui si estraeva il metano. Fu necessario rialzare e allargare gli argini dei fiumi (480 km) e gli argini a mare (80 km), con una spesa stimata di 3.300 milioni per gli argini di tutto il Polesine.
Maggiori spese per la bonifica: fu necessario ricostruire tutto il sistema di scolo con ricalibrazione delle sezioni e delle pendenze necessarie, demolire e ricostruire manufatti, chiaviche, ponti sui canali e sugli scoli, ricostruire o adeguare ai nuovi livelli dell’acqua le idrovore, con una spesa stimata di 700 milioni di Euro.
Il Delta e gli altri territori del comprensorio del Consorzio di Bonifica Delta Po Adige (Comuni del Delta più Rosolina e un piccolissima parte di Chioggia) vengono mantenuti asciutti da 38 idrovore e 117 pompe, con una capacità di sollevamento di 200mila litri al secondo, con una spesa di 1.600.000 Euro per anno di sola energia elettrica, per una altezza media di sollevamento acque maggiore di 4 metri.
http://it.wikipedia.org/wiki/Delta_del_Po#Estrazioni_gas_naturale_e_subsidenza
· · Condividi
-
A New Energy Portal e Patrizia Pani piace questo elemento.
news correlate

Premio Astrolabio 2023 alla carriera, Pisa 18 ottobre 2023
Ottobre 18, 2023
Premio alla carriera “L’arte in versi”, 14 maggio 2023
Maggio 14, 2023
POETI IN DIALOGO, 12 maggio 2023
Maggio 12, 2023
LIBER EX LIBRIS, Recensione di Gualberto Alvino su Treccani
Settembre 27, 2022
CHIAMATA CONTRO LE ARMI. Sessanta Poet* reclamano la pace
Giugno 21, 2022
Omaggio a Vilma Costantini, Roma 7 maggio 2022
Maggio 07, 2022
Contro Salvini
Agosto 11, 2019
Premio Alessandro Tassoni, Edizione Tredicesima, Anno 2018
Settembre 10, 2018
UTSANGA, giugno 2018
Luglio 10, 2018
Commenti recenti