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Terremoti, gli esperti rispondono
Sono tanti i dubbi e gli interrogativi di fronte alle scosse. Dalla durata del sisma alla sua prevedibilità
Sul terremoto, nonostante gli impegni e gli anni di studio di insigni studiosi, girano ancora tante informazioni non supportate dai fatti. Ecco una piccola “guida” utile per capire che cosa sta succedendo.
Quello di domenica è un nuovo terremoto?
Per la maggioranza dei sismologi no, si tratta della “coda”, pure forte, dei precedenti eventi. Occorrono i piedi di piombo nelle valutazioni, ma per ora si preferisce parlare di “assestamento” inserendo la forte scossa, e le altre delle ore 20, tra i “rilasci” di energia accumulata nel sottosuolo.
Continueranno le scosse forti?
Purtroppo nessuno può dirlo con certezza. Le scosse possono proseguire per un periodo lungo, rilasciando mano a mano energia in modo poco significativo, oppure possono esaurirsi in poco tempo con eventi un po’ più potenti. La scienza sui tempi non dà risposte, ma l’evento a Ferrara del 1570 vide scosse di bassa intensità protrarsi per un quadriennio. L’imprevedibilità è dettata dal fatto che il sottosuolo viene modificato dopo ogni evento.
L’ultima scossa forte di 5.1 gradi può definirsi di assestamento?
Probabilmente sì perché a ogni nuova scossa corrisponde una diversa frattura nel sottosuolo: in questo modo si sprigiona l’energia che si è accumulata. In ogni caso meglio una serie di scosse piccole, o relativamente piccole, piuttosto della liberazione dell’energia in una unica, fortissima, occasione.
Questo terremoto si fa sentire a molti chilometri di distanza, a Milano, Trieste e Padova, è normale?
Sì, è normale che una scossa di magnitudo superiore ai 5 gradi si senta a centinaia di chilometri di distanza. L’energia liberata in occasione di un terremoto è per il 20% sotto forma di onde sismiche, il restante 80% si sprigiona sotto forma di calore.
Qual è la causa sostanziale di un terremoto?
Si tratta dello scontro tra la placca africana e quella euroasiatica: la Pianura Padana risulta, nelle viscere, schiacciata sempre più – in tempi lunghi, sia chiaro – dalla catena degli Appennini che preme contro le Alpi. Del resto gli esperti ricordano che molti chilometri nel sottosuolo c’è la faglia appenninica, una quarantina di chilometri della catena montuosa. Va ricordato che questo “scontro” tra le due placche è però pericolosa soprattutto per il centro-sud Italia e che i movimenti sono millenari.
Si possono prevedere i terremoti?
Purtroppo per ora no, ma la scienza fa passi avanti in ogni settore ed è probabile li faccia anche in questo. Per ora si è analizzato il comportamento di alcuni animali, ma si è visto che possono prevedere il terremoto solo di pochi secondi rispetto all’evento. Analizzato anche il rilascio di gas dal sottosuolo e soprattutto l’emissione di elettroni per analizzare i quali sono stati lanciati dei satelliti. Un’altra possibilità viene dallo scavo di profondi pozzi per vedere se ci sono segnali che anticipano i terremoti.
Cosa fare allora di fronte al rischio di terremoti?
Ricordarsi che l’Italia è zona sismica (e vulcanica), dunque occorre conviverci ed essere rigorosi con l’antisismica nelle costruzioni. Bisogna anche mettere in sicurezza gli edifici antichi, le chiese soprattutto. Non è possibile che nel 2012 muoiano persone sotto edifici e capannoni, tra l’altro dopo il primo sisma e dunque ad allerta già avviata.
Perché molti capannoni sono venuti giù?
Si tratta di edifici semplici dal punto di vista costruttivo, 80mila nella sola Emilia Romagna e oltre 700mila in tutta Italia. I pilastri in cemento armato resistono bene alle sollecitazioni verticali, molto meno alle spinte orizzontali. Inoltre, la normativa antisismica risale al 2003: molte strutture risalgono a un periodo precedente.
Le mappe antisismiche ci sono?
Prima del 2003 nelle mappe la Pianura Padana non era considerata tra le zone sismiche, da quella data invece viene valutata come zona in cui un terremoto può raggiungere i 6,2 gradi Richter. Come è avvenuto. La Mappa del 2003 è divenuta legge solo nel 2006, ma ad essa deve seguire la precisa definizione, decisa da Regione e Comuni, della sismica zona per zona.
L’attività dell’uomo che perfora la terra, preleva gas e acqua, propone depositi nel sottosuolo può incidere sui terremoti?
Gli esperti sono concordi nel ritenere che nessuna attività umana può determinare terremoti come quelli avvenuti, tra l’altra forti terremoti del passato simili agli attuali si sono verificati quando non si perforava il sottosuolo.
La fuoriuscita di sabbia in occasione del sisma è normale?
La cosiddetta liquefazione è determinata dalla presenza di terreni saturi d’acqua in caso di forti sollecitazioni sismiche. Nei terreni più argillosi questo fenomeno è attenuato o non esiste.
Le risposte sono ricavate da materiali forniti dall’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia e dalle opinioni di Doriano Castaldini, geologo dell’Università di Modena e di Enzo Boschi, docente di sismologia all’Università di Bologna ed ex presidente dell’Ingv.
Stefano Luppi
05 giugno 2012
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