L’attuale è il peggiore dei governi esistiti in Italia, dal 1861. Ce lo ricordano i cento poeti di “calpestare l’oblio”, un ebook, uscito ieri “contro la rimozione della memoria repubblicana, della cultura e della poesia nella società dello spettacolo italiana”. L’ebook è stato curato da Davide Nota e Fabio Orecchini. e Fabio Orecchini. Illustrazioni e grafica a cura di Nicola Alessandrini e Valeria Colonnella
Testi di:
Francesco Accattoli, Annelisa Addolorato, Nadia Agustoni, Fabiano Alborghetti, Augusto Amabili, Viola Amarelli, Antonella Anedda, Gian Maria Annovi, Danni Antonello, Luca Ariano, Roberto Bacchetta, Martino Baldi, Nanni Balestrini, Maria Carla Baroni, Vittoria Bartolucci, Alberto Bellocchio, Luca Benassi, Alberto Bertoni, Gabriella Bianchi, Marco Bini, Brunella Bruschi, Franco Buffoni, Michele Caccamo, Maria Grazia Calandrone, Carlo Carabba, Nadia Cavalera, Enrico Cerquiglini, Antonino Contiliano, Beppe Costa, Andrea Cramarossa, Walter Cremonte, Maurizio Cucchi, Gianluca D’Andrea, Roberto Dall’Olio, Gianni D’Elia, Daniele De Angelis, Francesco De Girolamo, Vera Lùcia De Oliveira, Eugenio De Signoribus, Nino De Vita, Luigi Di Ruscio, Marco Di Salvatore, Alba Donati, Stefano Donno, Fabrizio Falconi, Matteo Fantuzzi, Anna Maria Farabbi, Angelo Ferrante, Loris Ferri, Fabio Franzin, Tiziano Fratus, Andrea Garbin, Davide Gariti, Massimo Gezzi, Maria Elisa Giocondo, Marco Giovenale, Mariangela Guatteri, Raimondo Iemma, Andrea Inglese, Giulia Laurenzi, Maria Lenti, Bianca Madeccia, Maria Grazia Maiorino, Francesca Mannocchi, Giulio Marzaioli, Emiliano Michelini, Guido Monti, Silvia Monti, Davide Morelli, Renata Morresi, Giovanni Nadiani, Davide Nota, Opiemme (laboratorio), Fabio Orecchini, Claudio Orlandi, Natalia Paci, Adriano Padua, Susanna Parigi, Fabio Giovanni Pasquarella, Giovanni Peli, Enrico Piergallini, Antonio Porta, Alessandro Raveggi, Rossella Renzi, Roberto Roversi, Lina Salvi, Stefano Sanchini, Flavio Santi, Lucilio Santoni, Giuliano Scabia, Francesco Scarabicchi, Alessandro Seri, Marco Simonelli, Enrico Maria Simoniello, Giancarlo Sissa, Luigi Socci, Alfredo Sorani, Pietro Spataro, Roberta Tarquini, Rossella Tempesta, Enrico Testa, Fabio Teti, Emiliano Tolve, Adam Vaccaro, Antonella Ventura, Lello Voce, Matteo Zattoni
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L’ebook è scaricabile da questo sito:
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Ecco la poesia con cui ho collaborato all’iniziativa:
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« Mentre voi penate
chi v’ha ridotto in quello stato
pur dicendo per logica il contrario
(: la frivola vanità non esita a pascersi di se medesima)
se la spassa e ride
porcheggia a gogò sbeffeggia dalla reggia
E voi lo seguite ancora grezza greggia?
(: dicendo così si trasse indietro, ma spronò l’altro »
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Comunque gli esiti nefandi (sotto gli occhi di tutti), fatti di massacro dell’ultimo simulacro della democrazia, con stritolamento costituzionale a piacimento e compiacimento di una piccola lobby/cricca, li si indovinava già al loro sorgere, nel 1994. Ecco perché con grande slancio già allora aderii all’antologia “Poeti contro Berlusconi”, individuato costui come l’anticostituzionale per eccellenza.
Son ritornata su Berluscxoni con “Se fossi” (2004), inserita poi nel libro “Superrelisticallegoricamenrte (2005). Infine la maggior parte del mio ultimo libro “Spoesie” è… viola. (n.c.)
Qui di seguito la poesia del 1994 e del 2004.
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Dameisele Pierrotte (da AA.VV., “Poeti contro Berlusconi”, 1994, poi in “Brogliasso”, 1996)
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Se fossi (da Nadia Cavalera, Superrealisticallegoricamente, p.30)
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Se fossi uno studente che vende temi ai compagni di classe o cantante crocierante o
commesso viaggiante o impresario edilante uomo televisionato semmai indebitato
ingiustamente perseguito quindi perseguitato Partorirei in una nottata un partito non per abigeato ma secondo le regole di mercato: qualcosa che soddisfi il palato a metà tra una birra amara e una cocacola dolce (: è quella che mi molce) Punterei però al governatorato e dopo un po’di pratica pavida un tira e molla una comparsata mi scapriccerei a fare il comodo mio alla faccia di tutto e tutti come mia natura autocrate comanda Non avrei pudore né remore dall’altrui sudore e così ne farei un comitato d’affari clientelari a raggi esteri vari con gl’ambasciatori lookkati a rappresentanti commerciali (: equo non equo che conta? solo il soldo trionfa) A scanso equivoci sottrarrei l’organigramma governativo privativo ad ogni giudizio fino al mandato parlamentare dopo aver pompato sanguigni conti in banca secondo fantasia consolidata Regalerei poi imperterrito colpi bassi al corpo sociale che muto incasserebbe tutto ché dell’opinione pubblica incosciente o renitente ne avrei già fatto sondaggio prefabbricato (: è per me tutto il mondo conclamato!) Lo deflorerei dell’antiestetitiche conquiste sindacali a cominciare così a caso dal diciottesimo articolato ridurrei l’occupazionato ma senza darlo a vedere pubblicizzando anzi il contrario E le convincerei quell’aquile che m’avessero votato che l’unico mezzo per assumere è licenziare licenziare licenziare il già dato Ma non aumenterei le tasse statali libererei solo quelle locali (e 1’imposta sul reddito ch’avrebbe dovuto sostituire le municipalregionali) in un tripudio un florilegio di tributi adocchiati occhiuti finalmente goduti Accuserei di faziosità la televisione canonizzata senz’ale e ne nominerei i direttori affidando i sondaggi d’opinione a qualche amico prezzolato (: io sarei da tutti il più amato) Licenzierei vecchi giornalisti saggi non inclini a paggi darei nomine politiche nell’aziende statalizzate lascerei fare in caso d’ostinata plateale contestazione (: ché capire il proprio bene è difficile ognuno ne conviene) alla polizia locale e se qualcuno osasse lamentarsi d’eventuali bendaggi ritorcerei la calunnia al mittente eleverei gli agenti a martiri plateali e nel caldo invito al dialogo per i sindacalisti evocherei in mix colpi di piazza e colpi di pistola ch’impazza (: ché l’opposizione va annientata col tacco dell’attacco )(: incapacità di giudizio della società pubblica indifferenza)(: siamo nel paese di erewhon) Nella foga di ripristino giustiziale sarei amico dei contrari fino a quel tempo maltrattati poi varerei giusti processi per aprire le carceri dannate e punire i giudicanti ch’avessero osato deliberare che son proprio tanti e quanto agl’evasori verrebbero assolti per fanciullesca ingenuità ché il falso in bilancio non è un reato ma veniale peccato una deroga dallo stato d’inventario beato Stiraccherei i processi alla decadenza terminale nel rifiuto dei giudici in campo giustiziale (: il profitto le ragioni economiche decidono anche la vittoria in un gran prix automobilistico) per la pubblica morale li sbatterei da uno scudo fiscale all’altro frontale da un progetto di condono all’altro trono con soldi esterizzati tra balli tarantati di conti nerizzati imposte slotmachinate non pagate abusi edilizi stravizi e in tutto il mezzogiorno permetterei che chiunque potesse la giustizia beffare che 1’ordine amministrativo potesse ricomporsi aprendo le porte dell’amministrazioni ai furetti lesti Picconerei i rapporti d’inciviltà palleggerei l’inflazione negherei l’indifferenza per i ceti bassi e i favori a quelli alti in un sogno di malafricano commemorerei anche politici amici archiviati Sarei il modernizzatore a ritroso un venditore intrattenitore seduttore spargerei orologi costosi rovescerei lo stato come un fetente pedalino befferei il conflitto personale che governo stato informazione pubblica e interessi privati sarebbero conglobati tant’è che castrerei la concorrenza dei due programmi più tosti ridurrei a trucchi contabili il rapporto base d’ogni democrazia fra i contribuenti e il governo fra chi è governato e chi deve pensare al bene comune Perseguirei la politica propaganda delle opere pubbliche e andrei all’inaugurazione di qualche viadotto fluviale ma dimenticherei il disastro pubblico della crisi idrica rassicurerei invece sul ponte dei ponti in paternalistiche visite di cordoglio ma certo non oltre eboli per non sfidare il mio compare che ciò che più conta è partecipare all’ultimo banchetto alla spartizione della torta rivoltata come una frittata contr’ogni buon senso Proclamerei il miracolo sudista mentre in una crisi dell’agricoltura iattura vigerebbe la riapertura degli scontri coi coltelli affilati per spartire i soldi europeizzati convincerei tutti che per ricostruire bisogna prima di tutto ogni cosa demolire abluzionandosi nel sangue locale e internazionale petrolizzato Farei così il miglior mondo possibile cioè un regime variante nuova d’assoluto reame ciarpame chiusura mentale e chiamerei apocalittici quelli che l’indicassero come tale Se fossi se fossi se fossi ma io non sono che un vuoto suono che ancora qui stono
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