Non bastano gli scempi in Basilicata, in Abruzzo, in Emilia? che stramazza in continue convulsioni tra la falsa compassione dei potenti? Sì falsa, in quanto la connessione tra trivellazioni e terremoti gli esperti mondiali l’hanno ammessa. E allora? Perché non si interviene? Siamo dinnanzi a una favola metropolitana? Favole sono le chiacchiere che loro vorrebbero farci credere. Dunque non ci si può ribellare a queste grandi compagnie di morte, che non investono in un progetto di vita salutare, ma solo e soltanto micidiale ? (quant’acqua si spreca tra l’altro, che ci viene risputata dalla terra sotto forma di fango pericoloso per la ricetta segreta che comprende, pare, anche materiali radioattivi…).
I legami che impongono il silenzio ai politici sono ovviamente di natura economica. Pagano e i politici che dovrebbero difenderci glielo lasciano fare. Sono troppo impegnati a spartirsi anche tutto il resto che riescono a succhiare dal corpo elettorale. Maciullato. Nemmeno ai rimborsi elettorali hanno saputo rinunciare, mentre si sono assicurati finanziamenti/succhiamenti pubblici e, giacché si trovavano a legiferare, anche privati. Che dolore, terra mia violata.
Quale catastrofe immane deve succedere perché gli amministratori spreconi e piagnoni ipocriti sui disastri attuali ammettano le verità?
Mentre la pianura padana non smette di tremare (sembra un animale ferito, torturato) ora anche Siena, alle 22 e alle 23 di martedì 27 giugno si ribella con dolore. Bisogna abituarsi a convivere con i terremoti se non vogliamo tornare al Medioevo, ha detto un ministro così sensibile da non vedere che stiamo creando tutti i presupposti per un arretramento maggiore, se non definitivo. Ma la vera lungimiranza, purtroppo è di pochissimi. (nadia cavalera)
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20/06/2012 23:12
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Psicosi da fracking: un allarme ingiustificato?
Il territorio senese viene perforato solo per la geotermia
- Un articolo del 2007, dal quale si evince che l’ Heritage Petroleum ruota già da quegli anni nella zona del Chianti e di Siena
- AMBIENTE
Concessi tre permessi alla Heritage Petroleum. Ora forse una delibera di stop
La società può effettuare esplorazioni senza la valutazione d’impatto ambientale
Dopo Noto, allarme trivelle anche nel Chianti
La Regione Toscana dice sì e poi si pente
Rutelli: “Non ne so niente, mi hanno solo detto che è successo, ma verificheremo”
Legambiente: “Decisione incredibile”. Il sottosegretario Boco: “Errore gravissimo”
ROMA – Dopo l’allarme per il Val di Noto, in parte rientrato anche grazie alla mobilitazione generale seguita all’appello dello scrittore Andrea Camilleri, un nuovo fronte ‘trivellazioni’ rischia di aprirsi in Toscana, nel Chianti e nella Val d’Orcia. La regione infatti, ha concesso, il 26 aprile scorso, tre permessi per effettuare “esplorazioni” e “autorizzazioni di ricerca” in tre aree del Sud della Toscana alla Heritage Petroleum plc, società con sede a Monaco specializzata nella ricerca e nell’estrazione di idrocarburi gassosi di tipo cmm (metano rilasciato dai filoni di carbone durante la sua estrazione) e cbm (metano prelevato da filoni di carbone che non devono o non saranno estratti).
In serata, la Regione Toscana ha fatto marcia indietro. L’assessore all’ambiente Marino Artusa ha dichiarato che proporrà una delibera di Giunta per bloccare i permessi. Il presidente Claudio Martini precisa: “Non daremo mai il via ad autorizzazioni che feriscano i nostri territori e tradiscano le nostre vocazioni. Abbiamo solo dato l’intesa al ministero delle attività produttive per avviare ricerche preliminari e completare il quadro conoscitivo del nostro sottosuolo. L’allarme sollevato è del tutto incomprensibile e sproporzionato”.
Le aree coinvolte. Il documento rivelato dall’agenzia Dire è molto preciso e circostanziato. Le autorizzazioni riguardano un’area complessiva di 1.553 Km quadrati, di cui una parte classificata patrimonio dell’umanità dall’Unesco, proprio come il Val di Noto, e che tocca rinomate località come San Gimignano, la Valle del Chianti, Monticchiello e la provincia di Siena.
I tre permessi prevedono la possibilità di esplorare alcuni dei paesaggi più belli d’Italia senza la necessità di una valutazione di impatto ambientale (Via) nonchè il permesso successivo di trivellare e scavare per estrarre idrocarburi, in quel caso previa riserva di Via.
I permessi sono stati concessi per un periodo iniziale di 6 anni (i canoni annui per le licenze sono solo di 5 euro per km quadrato) e stabiliscono che possano passare anche 5 anni prima che sia richiesto alla società il permesso di trivellare.
I decreti regionali suddividono le zone di competenza. Il permesso “Cinghiano” (564 km quadrati) riguarda le località di Arcidosso, Roccalbenga, Castel del Piano, Civitella-Paganico, Roccastrada e Cinigiano in provincia di Grosseto, nonchè Buonconvento, Murlo, Monticiano, San Giovanni d’Asso e Montalcino. Mentre il permesso denominato “Siena” (478 km quadrati) investe Siena e zone famose del Chianti come San Gimignano, Asciano, Murlo, Castellina in Chianti e Colle Val d’Elsa.
Il terzo permesso riguarda infine un’area di 511 km quadrati e comprende per intero o in parte i territori comunali di Volterra, Pomarance, Montecatini, Val di Cecina e Castelnuovo Val di Cecina nella provincia di Pisa, Casole d’Elsa, Radicondoli e Chiusino nella provincia di Siena.
Le reazioni. La scelta della Regione Toscana ha suscitato la viva protesta del sottosegretario alle Politiche Agricole, Stefano Boco: “E’ una follia ricercare l’oro nero sotto terra, quando l’unico grande tesoro sono il lavoro degli uomini, la bellezza paesaggistica, i valori naturali. Sarebbe un errore da pagare caro”, ha detto Boco, che si è augurato che “sia possibile da parte delle autorità regionali rivedere i permessi”.
Durissimo anche il commento di Legambiente: “Incredibile la decisione di autorizzare le trivellazioni. E’ davvero assurdo – ha detto il presidente nazionale Roberto Della Seta – Non avremmo mai creduto che la regione Toscana sarebbe arrivata a prendere una decisione del genere. E se non fosse stata pubblicata sul bollettino ufficiale, stenteremmo a crederci”. “Mi sembra una scelta assolutamente incomprensibile, non lungimirante”, commenta il presidente della commissione Ambiente della Camera Ermete Realacci.
“Non ne so niente, mi hanno solo detto che è successo” ma entro breve “verificheremo”, assicura il ministro dei Beni Culturali, Francesco Rutelli. Il ministro dell’Ambiente Pecoraro Scanio è più netto: “E’ evidente che il semplice buon senso impone che vengano ritirate autorizzazioni a trivellare aree come il Chianti. In ogni caso ho attivato la Direzione generale del Ministero per compiere alcune verifiche sul rispetto delle norme affinchè siano evitati scempi ambientali”.
I Comuni. La diffusione della notizia coglie impreparati molti dei comuni che, secondo il provvedimento, sarebbero coinvolti: “Noi stiamo facendo un lavoro sullo sviluppo sostenibile, non credo che il nostro territorio sia coinvolto in queste autorizzazioni”, spiegano all’ufficio stampa del comune di Castellina in Chianti.
Il sindaco di Montalcino Maurizio Buffi spiega: “Noi ci sentiamo piuttosto tranquilli, perché le zone interessate sono confinanti con il nostro comune, però noi non verremo coinvolti. Come credo che non lo saranno alcuni dei comuni e dei territori dichiarati Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco”.
(21 giugno 2007)
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