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Quelle ville storiche ferite nelle campagne della Bassa
Alcune sono state demolite, come l’antico casino dei Pico a Mirandola Gravi danni alla torre Pezzini a Rivara e alle antiche residenze di Stuffione
Non ci sono solo le rocche e gli edifici rurali tipici, assieme ai capannoni, tra le vittime “speciali” dei terremoti che hanno sconvolto il patrimonio immobiliare ed il tessuto urbanistico che la storia ha consegnato alla Bassa.
A farne le spese, quasi dimenticate, anche ville padronali ed immobili che connotano la storia, specie extraurbana, del territorio.
Un viaggio che può toccare ad esempio la storica Torre Castellina di via Villa Gardè, a San Felice, risalente alla metà del Cinquecento: «La prossima settimana la abbatteremo, per ragioni di sicurezza», concludono i proprietari che nei giorni scorsi avevano lanciato un inascoltato appello, disposti a “regalarla” a chiunque la volesse salvare.
In centro a San Felice, si teme per la perdita definitiva di villa Duò, uno degli esempi forse unici nella Bassa per qualità e spessore culturale di stile liberty, opera dell’architetto Prati. Senza dimenticare Villa Ferri, un tempo casino di caccia degli Estensi: oggi è demolita. Restando in quel territorio, è purtroppo gravemente danneggiata villa Pezzini, a Rivara di San Felice. L’edificio fa da contrappeso alla chiesa parrocchiale, alla quale era congiunta da una “provana” di pioppi ormai perduta, e che ora si voleva ripristinare. Il torrione della Villa che contiene preziosi affreschi è stato demolito a metà dai terremoti.
Proseguendo verso Dogaro, sono state demolite le stalle e i bassi padronali della splendida possessione Martana (villa Gobbi), a sua volta danneggiata. Villa Gobbi, tra l’altro, ospitò il cantautore Zucchero quando girò uno dei suoi primi videoclip.
Più in là, a Ravarino, hanno subito gravi danni tutte le ville di Stuffione, le cui corti sono state più volte in passato teatro di concerti e manifestazioni culturali. Anzi, la comunità aveva predisposto per Giugno l’apertura di aree e cortili, che ora è stata rinviata.
Tra le ville danneggiate. ricordiamo Villa Passerina, vicino all’argine del Panaro, poi Palazzo donna Clarina, nell’omonima via, che registra problemi nella torre seicentesca. Danneggiata anche la villa ex Bonasi-Benucci, che ospitava una comunità per la cura dei disabili e che ora, nell’attesa, dovranno sistemarsi altrove. In centro a Stuffione danni gravi alla residenza Vincenzi, così come a Villa Gelati e alla ex residenza comunale, da poco restaurata, proprio davanti alla chiesa.
Dall’altra parte del territorio c’è un caso che a Mirandola è sfuggito finora all’attenzione: quella del Casino della Motta, un tempo residenza di campagna dei Pico, distrutto dagli alemanni tra il 1704 e il 1705 nell’ambito della guerra di successione spagnola. In quel sito, caratteristico perché rialzato dal piano di campagna, era stato costruito all’epoca un maestoso fienile con casa padronale. Ebbene, i terremoti hanno raso al suolo la struttura, che ora è ridotta ad ammasso di macerie. Danneggiate anche le residenze storiche del centro urbano, in attesa che ovviamente questa e altre zone rosse siano accessibili per una più esatta quantificazione e qualificazione dei danni. Preoccupa anche Villa Personali, nella omonima via.
A Cavezzo, in via Dosso, ha riportato gravi danni Villa Delfini, utilizzata spesso come scenario di feste di matrimonio, che infatti sono state tutte rinviate. In centro a Concordia le ville del primo Novecento tra via decime e via Dante e Carducci presentano in alcuni casi lesioni serie, in altre la caduta delle torrette. Sarà completamente demolita anche la torretta della caserma dei carabinieri, se e quando arriverà un attesissimo nulla osta.
A Medolla i danni più gravi sono alla seicentesca villa Marigliani, oggi proprietà Raisi nelle campagne di Villafranca.
A San Possidonio, in centro, è crollato il tetto ed è inagibile villa Varini, centro e teatro di tante attività collettive.
Alberto Setti
07 giugno 2012
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