Se n’è andata oggi una grande donna e artista: FRANCA RAME, Premio Alessandro Tassoni 2007, per la carriera di attrice, autrice, donna impegnata indefessamente nel sociale, sul fronte civile, politico e colonna insostituibile del grande Dario Fo. Come si evince dalla motivazione a firma di Mario Lunetta
PREMIO ALESSANDRO TASSONI 2007
HONORIS CAUSA: FRANCA RAME
Motivazione
La Giuria del Premio “Alessandro Tassoni” è lieta e onorata di conferire il riconoscimento honoris causa a Franca Rame, che ormai da decenni, e con una carica sempre rinnovata di intelligente coerenza, illustra il teatro italiano sia come attrice che come autrice. Inoltre, per la sua storia personale, fatta di continua crescita nella ricerca espressiva e nel bisogno di una orgogliosa autonomia nel quadro della scena italiana dei suoi anni, ben rappresentando il processo evolutivo che le donne italiane hanno avuto dalla seconda guerra mondiale ad oggi, assume un’identità corale e costituisce un simbolo per molte di loro.Figlia d’arte (appartiene ad una famiglia da tre secoli legata al teatro), Franca Rame ha iniziato la sua attività da giovanissima (aveva solo 8 giorni ed era già fra le braccia della madre nel ruolo della figlia di Genoveffa di Brabante). Dopo gli esordi nella compagnia di provincia diretta dal padre, e le esperienze nella rivista e nel cinema, si dedica totalmente, con qualche parentesi televisiva, al teatro. E’ alla base della Compagnia Dario Fo-Franca Rame, di Nuova Scena (al cui periodo è legato lo straordinario Mistero buffo), del Collettivo la Comune. Molteplici, nel sodalizio umano e artistico con Dario Fo, i suoi ruoli: è insostituibile collaboratrice, ispiratrice, amministratrice, addetto stampa, editor esigente, sapiente ed istintivo, infine, con Parliamo di donne che confluisce in Tutta casa letto e chiesa (1977), a pieno titolo, co-autrice e forte, singolare interprete.Con le sue pièces dal graffiante stile grottesco, mette in scena una gamma diversificata di tipologie di donne alle prese con la quotidianità, per denunciarne lo sfruttamento, le forme di manipolazione psichica, e incitarle alla piena rivendicazione dei loro diritti. Fedele ad un teatro che è promotore di consapevolezza sociale e politica, non esita a servirsi delle proprie esperienze personali, anche le più dolorose, (come nel caso del testo Lo stupro), per dare voce collettiva a chi l’ha persa. Questo era già lo spirito di Soccorso rosso, il movimento da lei fondato nel 1970, in difesa dei detenuti politici, e non.
Nella motivazione del Premio Nobel per la letteratura assegnato nel 1997 a Dario Fo si legge: “A Dario Fo, perché, insieme a Franca Rame, attrice e scrittrice, nella tradizione dei giullari medievali, dileggia il potere e restituisce la dignità agli oppressi”: operazione che non smette certo di fare dacché nel 2006 viene eletta Senatrice. Per lei cambia solo il terreno di ricerca e di lotta.
Così la figura istituzionale si salda a quella della grande protagonista del teatro contemporaneo, in una dimensione la cui poliedricità corale resta inalterata.A questa straordinaria coscienza di cittadina e di interprete di una scena non convenzionale e non digestiva, ma sempre capace di misurarsi con la tragedia e l’idiozia del nostro tempo, la Giuria del Premio “Alessandro Tassoni” rende l’omaggio della sua ammirazione e della sua riconoscenza, che è la stessa di molti, moltissimi italiani (Mario Lunetta).
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