Blog — 15 Febbraio 2015

Regione: «Gas Rivara il no è definitivo» Ma la partita è aperta

SAN FELICE. «La vicenda del deposito di gas a Rivara è definitivamente chiusa. Ciò è attestato con chiarezza da tutti gli atti ufficiali della Regione e del Governo tramite i ministeri competenti. Il ‘no’ è definitivo e rappresentare il contrario è solo un inutile e pretestuoso esercizio demagogico di disinformazione».

L’assessore regionale alle Attività produttive e alla Ricostruzione post sisma Palma Costi entra così nella partita che si sta giocando da mesi. Partita fatta di due fronti, e di due verità. Quella dei rassicuratori istituzionali, secondo i quali parlare del deposito è anacronistico, quasi fastidioso. E quella di chi spulciando il provvedimento normativo dello Sblocca Italia e consultando la riforma del Titolo V della Costituzione deduce che per opere considerate di rilevanza nazionale, quindi gli stoccaggi, decide il Governo e un eventuale diniego della Regione non è ostativo. In più, è pendente un triplice ricorso dei promotori del deposito gas al Tribunale Amministrativo Regionale, basato sulla illogicità del “no” della Regione e per molti destinato ad avere successo proprio alla luce delle recenti riforme, oltre che dell’atteggiamento complessisvo assunto dal Governo su questo tipo di vicende (“comitatini” e altre amenità varie).

Il caso è stato più volte sollevato, specie dai parlamentari dei 5 Stelle, ma per Palma Costi «in modo strumentale, creando inutili timori tra i cittadini della area del sisma».

«La Regione Emilia-Romagna – aggiunge l’assessore – si è espressa più volte negativamente, ribadendo ed argomentando in maniera inequivocabile e netta il proprio parere contrario sulla base di evidenze scientifiche e tecniche».

Infatti, con apposite delibere della Giunta regionale (n. 1127/2007 e 211/2010) la Regione ha formulato il proprio parere negativo nell’ambito della procedura di Via ministeriale e con un successivo atto (la delibera 512/2012) ha espresso il diniego dell’Intesa sull’istanza di accertamento preliminare avanzata dalla Società presso il Ministero dello Sviluppo Economico.

«A questo atto della regione – spiega una nota – segue nell’aprile del 2013 il decreto di rigetto della istanza di concessione di stoccaggio iniziale da parte del ministero dello Sviluppo economico e nel febbraio del 2014 il ministero dell’Ambiente archivia il procedimento di valutazione di impatto ambientale». Che la Commissione di Via aveva invece sbloccato, dando l’ok alle trivellazioni sperimentali.

«Da più di un anno è certificato dagli atti – prosegue Costi – che il progetto è stato definitivamente bocciato in linea con la posizione di regione ed enti locali. Rappresentare il contrario è solo un esercizio pretestuoso e dannoso in una area dove la popolazione è già stata provata dal sisma».

Resta pur sempre il Tar: «Per quanto attiene al contenzioso sollevato, il 31 luglio 2014, davanti al Tar dell’Emilia-Romagna da parte della società “Rivara gas Storage Srl”, per l’annullamento degli atti statali e regionali la Regione Emilia-Romagna in accordo con i ministeri – dice Costi – sta tutelando, in ogni sede, le posizioni e gli atti da essa assunti a difesa del territorio e degli enti locali sempre e solo nell’interesse di tutelare concretamente i nostri cittadini».

A proposito delle riforme che avocano al governo queste decisioni, Palma Costi ricorda «che il senatore Stefano Vaccari è impegnato affinché sia approvato nel collegato ambientale un emendamento che preclude la realizzazione di stoccaggi di gas in unità geologiche profonde».

Dalla Bassa, dove cittadini e comitati assistono ormai perplessi a questi botta e risposta, la reazione di ieri è sempre la stessa, da settimane: vedere cosa dice il Tar, e vedere i documenti normativi più recenti, per comprendere quali motivi tecnico-giuridici possano far continuare a stare davvero tranquilli.

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