
In questa raccolta libera la sua creatività mordace. Anche se in altre occasioni non manca di poetare piú tradizionalmente, qui si apre in uno “sgocciolamento di parole”, parafrasando un suo termine, che agguantano l’attenzione. Sí, perché vi è bisogno di estrema attenzione per seguire il filo del discorso di ogni componimento: di primo acchito un insieme di parole slegate fra loro, in realtà seguono un obiettivo ben preciso: far riflettere il lettore, produrre un’eco che vibri provocazione rovente di parole. Ed ecco che diventa «una vera forza della natura», come la definisce Mirella Serri. Una forza pugliese-salentina (è nativa di Galatone) che dal Palazzo Bentivoglio in Modena fra il 30 luglio 2006 e il 17 dicembre 2009 ha liberato sessanta “spoesie riflettenti” che si sgocciolano in altrettanti pensieri gridanti voglia di libertà e uguaglianza nella differenza, perché l’avanguardia da incomprensibile possa alla fine diventare possibile. Perché in Cittadina Monnezza , «Perdere chi credevi amico/è tortura in brochure botta tortina di melassa scura/ […]». Spensiamoci!
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