Angela Giuffrida, teorica di un sano femminismo da riprendere e sviluppare inderogabilamente (la sopravvivenza della specie gestita dall’ottica maschile è al tracollo), a conclusione di un suo articolo sull’argomento, pubblicato su Bollettario, http://bollettario.blogspot.com/2011/01/per-unallegoria-differenziale-nella.html,
qui di seguito, in sintesi propone CINQUE DOMANDE.
A tutte le donne un invito a rispondere. Il dibattito non può più attendere.
Mandate i vostri commenti a nadiacavalera@bollettario.it. Saranno subito inseriti.
- E’ possibile realizzare nel mondo gli ideali di giustizia, uguaglianza e libertà se il fine della politica continua ad essere a tutti i livelli quello maschile, cioè il conseguimento del potere?
- Il raggiungimento di tali nobili ideali non comporta che gli individui umani in tutta la loro concretezza e diversità occupino il centro e che il fine politico sia assicurare a ciascuno di loro non solo la sopravvivenza, ma l’evoluzione ed una buona qualità della vita?
- Per fare ciò non occorre cambiare radicalmente il punto di vista politico, trasferendolo dal ristretto campo del bisogno maschile di potere al vivente umano tutto intero e ai suoi bisogni ineludibili in quanto vivente e in quanto umano?
- Per farne il centro dell’azione politica non è necessaria una visione affatto diversa dell’essere umano, non più cosa tra le cose, puro mezzo per soddisfare bisogni altrui, ma soggetto responsabile della crescita sua e della sua specie?
- Come mai tardiamo a prendere atto che il disprezzo maschile per i corpi viventi e i loro bisogni, per le donne e le attività di riproduzione e di cura costituisce un serio ostacolo al mantenimento della vita sulla terra?
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