Blog — 05 Giugno 2012

http://gazzettadimodena.gelocal.it/cronaca/2012/06/05/news/terremoto-1.5202333 
 Da GAZZETTA DI MODENA, on line 5 giugno 2012

 “RIVARA, PROCURA: VERIFICHE SU EVENTUALI TRIVELLAZIONI. Anche il capitolo deposito gas a Rivara di San Felice, con le eventuali trivellazioni, entra a far parte delle verifiche che la Procura di Modena farà dopo i terremoti del 20 e 29 maggio. “L’accertamento rientra nel fascicolo “contenitore” del Procuratore aggiunto Lucia Musti, aperto dopo i crolli del 20 maggio che non si limita solo a quelli. Un fascicolo che riguarda le “terre terremotate” e che è, almeno per ora, a modello 45, cioé per fatti non costituenti reato, e quindi consente un’ampia delega di indagine. Il fascicolo considera i crolli in genere e le perforazioni. L’indagine dovrà capire innanzitutto se le trivellazioni sono state fatte o meno”.
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La notizia precedente è tratta dalla GAZZETTA DI MODENA. Il procuratore aggiunto, Lucia Musti, nel fascicolo “terre terremotate”, ha inserito il capitolo “deposito gas di Rivara”.
Spero che sia l’avvio di un procedimento approfondito, non, diciamo, di facciata per tacitare i malumori. La compagnia che gestisce l’impianto di stoccaggio è ricca e potente…
Per me il sito di Rivara (frazione di San Felice, epicentro del terremoto) andrebbe sequestrato per poter effettuare tutti i controlli del caso, ed evitare che possano scomparire eventuali prove di responsabilità.
Sono queste indagini importantantissime non solo per l’Emilia, ma in quanto se ne potrebbero avvalere in seguito anche tutti gli altri abitanti vicini a siti di trivellazioni  per estrazione di petrolio o a rigassificatori.
Mi auguro  infine che vengano tenute presenti certe sequenze decisionali a livello governativo.
La legge, per cui in casi di  eventi sismici non risponde più lo Stato, e varata subito prima della grave serie di movimenti sismici che sta colpendo l’Emilia, è molto strana. Fatalità? O c’era chi sapeva che questi si sarebbero potuti verificare e l’ha fatta passare, all’insaputa dello stesso presidente del Consiglio?
Nel nostro Parlamento l'”insaputamento” è una circostanza operativa estremamente comune.
Nell’Italia che sogno  l’accertamento di eventuali responsabilità porterebbe all’incriminazione e immediato allontanamento dei colpevoli. Da considerarsi come licenziamento in tronco. Possibilità che andrebbe contemplata anche per i parlamentari. Non sono loro i primi dipendenti pubblici?
Se lo ricordi in primis il ministro Fornero, che vorrebbe bacchettare anche questo settore.
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