Ieri, 28 luglio, in mattinata, è morto Filippo Bettini, attento studioso di letteratura italiana, autore di molti libri e, tra l’altro, curatore (con Roberto Di Marco), dell’antologia “Terza ondata”, 1993, con la quale si ipotizzava una terza fase d’avanguardia letteraria nel Novecento.
L’avevo conosciuto a Lecce, in un incontro informale tra poeti e letterati, a casa di Piero Manni nel 1986/87 (lui era lì per la correzione delle bozze di un libro), e l’ho incontrato l’ultima volta a Roma nel marzo del 2011, quando presentò con Franco Ferrarotti, il mio libro di saggi “Corso Canalchiaro 26 – interviste saggi interventi negli anni di Bollettario”
E prima ancora a Genova (era lì con sua moglie), al funerale di Edoardo Sanguineti…
Filippo Bettini era per me un punto di riferimento importante. Mi ha sempre dimostrato la sua stima, sin da quando lui personalmente mi scelse (unica donna in poesia) per “Terza ondata”. Mi mancherà. Alla moglie e al figlio le mie sincere condoglianze.
I funerali si terranno martedì, 31 luglio, alle 11, a Roma, presso il Tempietto Egizio del Verano.
Profilo sintetico (dal sito dell’Università “Sapienza”)
Tra le pubblicazioni degli ultimi dieci anni ricordiamo: Gruppo ’93 (con F. Muzzioli, 1990); Terza Ondata (con R. Di Marco, 1993); Poeti contro la Mafia (1994); L’Europa e l’altra Europa (1997); Il cammino di Santiago (con A. Gnisci, 1998); Quel dio che non avemmo (in collaborazione con C. Muto, 1999); Forse questo è il confine (con A. Gnisci, 1999); Dalle Ebridi a Malta (con A. Gnisci, 2000); Migrazioni (in collaborazione con C. Muto, 2000); Roma patria comune (in collaborazione con R. Piperno, 2000); Don Giovanni o della fine del mito, in A. Gianquinto, Don J (2002); Roma (2003, edizione in 5 lingue: italiano, inglese, spagnolo, francese e tedesco).
20 marzo 2011
Roma, 24 marzo, Casa Delle letterature, presentazione di “Corso Canalchiaro 26”
da sinistra: Franco Ferrarotti, Nadia Cavalera., Filippo Bettini |
da IL TEMPO, 30 luglio
DOCENTE ALLA SAPIENZA
E’ morto Filippo Bettini, fratello dell’ex senatore del Pd
Era nato a Senigallia (Ancona) nel 1950. Teorico e critico della letteratura, redattore del gruppo-rivista «Quaderni di critica» che ha contribuito al dibattito letterario italiano sin dagli anni Settanta, insegnava letteratura all’Università «La Sapienza». La scomparsa improvvisa di Filippo Bettini «mi colpisce e addolora. Filippo era un uomo colto e appassionato, capace di tenere insieme una profonda e raffinata cultura letteraria e poetica capace di guardare anche alle voci più lontane e difficili del panorama letterario mondiale, e una attenzione fortissima ai temi sociali e politici. Sono vicino alla famiglia», ricorda l’ex sindaco della Capitale Walter Veltroni.
Marchigiano di origine (era nato a Senigallia nel 1950), in quella che sarebbe stata per sempre la sua università si era formato e aveva fondato giovanissimo i «Quaderni di critica» con alcuni coetanei (Francesco Muzzioli, Marcello Carlino, Aldo Mastropasqua, Giorgio Patrizi) destinati a rimanere, nel segno della reciprocità ma anche della fedeltà, suoi costanti interlocutori e compagni di via.
Nei titoli di quei «Quaderni» monografici c’è l’indicazione di una scelta di campo inclusiva fra gli altri di Gadda, del Gruppo 63, dei teorici della Scuola di Francoforte e dunque di un segnale preciso quanto alla militanza intellettuale e politica, in anni che annunciano da un lato la dismissione del lavoro critico e dall’altro una spettacolare diversione della pratica letteraria verso il consumo e la perfetta compatibilità con il mercato: ne è segno ulteriore il volume collettivo dove culmina l’esperienza dei «Quaderni» e che infatti si intitola, persino provocatoriamente, Per una ipotesi di scrittura materialista (1981). Qui per Bettini è già centrale il rinvio a un filosofo, Galvano della Volpe, che il marxismo italiano aveva a lungo sottovalutato anche quando, con la Critica del gusto (’60), egli aveva fornito in sede estetica l’unica opzione che, fondatamente e finalmente, potesse dirsi quella di un Anti-Croce.
Dell’estetica di della Volpe, Bettini recepisce sia l’ingiunzione a una lettura analitica dei testi che non trascuri i portati del formalismo e dello strutturalismo sia, soprattutto, la persuasione che la letteratura corrisponde a una modalità specifica, infungibile, di conoscenza della realtà: ciò indirizza i suoi saggi maggiori (dedicati a Gadda, Cacciatore, Sanguineti, Pagliarani, Perriera, Volponi, Carmelo Bene) e segna nel lungo periodo una tenace attività di organizzatore di cui è duplice esempio la presidenza dell’Associazione Allegorein e del Premio Internazionale Feronia Fiano Romano (uno dei rari premi davvero indenni dalla logica del mercato, la cui sospensione per mancanza di fondi deve avere amareggiato i suoi ultimi giorni di vita).
Ma il suo lascito di critico si contiene idealmente nel titolo e nelle pagine che introducono gli atti (Bulzoni 1998) di un convegno organizzato alla Sapienza nell’aprile del ’97 con gli altri redattori dei «Quaderni» e alla presenza di alcuni maestri (da Fausto Curi a Guido Guglielmi e Gregory Lucente), un titolo che vale una definitiva dichiarazione di poetica e che dice alla lettera Avanguardia vs. postmodernità. Filippo Bettini diresse quel convegno memorabile con lo charme, la consueta civiltà, che chi ha avuto la fortuna di incontrarlo non può dimenticare.
Le esequie di Filippo Bettini verranno celebrate oggi, alle ore 11, nel Tempio Egizio del Verano, a Roma.
di MASSIMO RAFFAELI
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