Blog — 06 Luglio 2012

Che vergogna. La Trans Adriatic Pipeline non ce l’ha fatta a Brindisi, già in croce per altri disastri di natura industriale, e ci sta provando a San Foca, una deliziosa spiaggia del Salento, vicino a S. Cataldo e Torre dell’Orso, altre località balneari. 
Non c’è ormai sito costiero, montano, padano che nell’ex bell’Italia non venga deturpato dai petrolieri (per gli idrocarburi, da cercare o trasportare) incuranti della distruzione che portano. E indifferenti alla possibilità di rivolgere le loro attività a coltivare energie alternative.
La popolazione è ovviamente all’oscuro del piatto pronto futuro: tutte le solite problematiche del Meridione,  più il mare e la costa inquinati, e campi circostanti avvelenati.
E il Ministero? Totalmente incurante,  impone arrogante il disastro. Inaccettabile. Non c’è più alcuna autodeterminazione delle popolazioni. E la chiamano democrazia. No grazie, tenetevela voi questa fetenzìa. Costruiamo l’astutica, l’amministrazione della cosa pubblica che viene dal basso (n.c.)

http://video.repubblica.it/reporter/la-strada-del-gas/98733/97115

 

La strada del gas

Il paese salentino di San Foca contro la Tap, un colosso multinazionale (Trans Adriatic Pipeline*) che intende aprire un corridoio di energia dal Mar Caspio all’Italia, facendo passare il gasdotto dalla costa del Salento. I cittadini sono poco informati e le amministrazioni locali si oppongono. Ma il Ministero risponde: ”Non è richiesto il parere della provincia o del comune”
(video di MariaG_Fasiello) 

*Il Trans Adriatic Pipeline (TAP) è un progetto per la costruzione di un gasdotto transadriatico. Il gasdotto collegherà la Grecia alle coste meridionali dell’Italia passando attraverso l’Albania e il mar Adriatico permettendo così al gas proveniente dalla regione del mar Caspio di raggiungere direttamente i mercati europei.

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