CLIC Donne 2000, Anno XV, n.1, 2014
L’Italicum Frankenstein
Editoriale di Nadia Cavalera
Chi avesse sperato che con Matteo Renzi la situazione politico-economico-sociale e soprattutto morale potesse cambiare, si ricreda. L’Italia starà peggio di prima. È una mia terribile (vorrei essere smentita) previsione. Per un attimo, grazie all’archiviazione di Berlusconi (in quanto condannato e cacciato dal senato il 27 novembre) era aleggiata una qualche speranza di ripresa pulita. Poi più nulla.
L’accordo tra Renzi e Berlusconi, oltre a riportare in circolo il pluripregiudicato (col suo entourage sistemico di malaffare, cui va imputata in massima parte la situazione nostrana degli ultimi vent’anni), ha in programma riforme aberranti, che non solo non risolveranno i problemi degli Italiani, ma ne prorogheranno i danni ad oltranza. Dei tre punti dell’osceno patto (nuova legge elettorale; trasformazione del Senato in Camera delle Autonomie con superamento del bicameralismo paritario; abolizione della riforma del Titolo V della Costituzione) è il primo che mi preoccupa particolarmente.
La nuova proposta di legge elettorale è stata chiamata variamente: “italicum”, (cosa all’italiana), “pregiudicatellum” (Grillo)… Più calzante per me la definizione del politologo Giovanni Sartori: “pastrocchium”, una sorta di italicum frankenstein , che, pescando qua e là nelle altre leggi europee, mira solo a mantenere in vita al meglio i suoi estensori, ignorando ancora una volta gli elettori. Che a viva voce da anni invocano il ritorno alle preferenze. E invece no: si mantiene un listino bloccato, su cui Sartori è convinto al Sud spadroneggerà la mafia.
L’obbrobrio l’ha imposto, condicio sine qua non, Berlusconi. Che gongola dei risultati. E questa è la prova provata dell’insuccesso renziano. Che alla prima prova è clamorosamente affondato. Aspettare per verificare.
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